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Capire la consitenza della pelle in 5 minuti

30/06/2021

DIFFERENTI CONSISTENZE DELLA PELLE 

Esistono pelli di differenti aspetti e morbidezze (che si traduce con il termine “tocco”). Pertanto, la consistenza della pelle può essere definita principalmente dal suo aspetto estetico e dal suo tocco.

Esistono diverse texture di pelle: pelle granulata, liscia o scamosciata.

TEXTURE PELLE GOFFRATA O GRANULATA

Le pelli granulate possono presentare disegni di differenti tipologie; tali disegni si ottengono imprimendo dei motivi o aggiungendo degli agenti nutritivi capaci di innescare alcuni processi di increspatura della pelle che, successivamente, farà sì che compaia il disegno desiderato.

L’impronta ottenuta mediante listello crea un motivo regolare che facilita il taglio automatico, mentre l’increspatura derivante dall’utilizzo di eventuali agenti nutritivi crea una particolare texture della pelle di vitello e un motivo irregolare: tra l’altro si parla di motivo è casuale, il che rende il pezzo unico.

Una terza granitura è possibile mediante il ricorso a una tecnica di follatura,con un aumento naturale del grano.

Indipendentemente dal modo in cui la granitura è ottenuta, la sensazione della pelle di vitello è completata da un ulteriore lavoro di rifinitura.

TEXTURE PELLE PIATTA O LISCIA 

Ci sono due texture possibili in caso di pelle liscia: la pelle pieno fiore (una texture di pelle che ha conservato il derma e il follicolo pilifero dell’animale) e la pelle fiore corretto (con una grana leggermente levigata per rimuovere le rugosità).

Inoltre, è possibile riscontrare vari gradi di brillantezza:

  • Il più brillante, chiamato “verniciato“, presenta una superficie molto brillante ottenuta grazie a varie applicazioni di resina;
  • La pelle brillante con effetto naturale:  si tratta di pelle di vitello detta “levigata” come, per esempio, il “Box-calf” delle Tanneries du Puy. Gli agenti nutritivi sono introdotti all’interno della pelle grazie a un cilindro di vetro. L’azione di sfregamento tra questo cilindro di vetro e la pelle provoca il riscaldamento della pelle stessa, il che porterà a rivelare tutta la sua brillantezza intrinseca, fornendo quella consistenza tipica di questo tipo di pelle. (La stessa lucentezza può essere ottenuta nel caso specifico della pelle di coccodrillo strofinando la pelle con una pietra d’agata che è più rigida e permette una temperatura e una pressione maggiore). Le pelli lucide sono meno protette rispetto a quelle verniciate ma la loro finitura sembra molto più naturale;
  • Altri lustri si possono ottenere applicando delle cere che, se stimolate da possibili fonti di calore, fanno risaltare tutta la brillantezza della pelle. Le cerature producono una moltitudine di risultati: ci sono cere dure che danno un effetto screpolato, o anche una texture di pelle crepata vintage, o lucido, brunibile (che anneriscono se riscaldate con un pennello), o ancora effetti pull-up(una trazione sulla pelle di vitello che permette di schiarire il lato inferiore della pelle, tecnica maggiormente utilizzata sul fiore corretto);
  • Altre tecniche, come la lucidatura, possono essere utilizzate per ottenere una pelle lucida, specialmente su pelli cerate: un cilindro di feltro strofina la pelle e la fa brillare mentre rimuove la cera in eccesso. La cera fusa penetra nel follicolo o nella rugosità della pelle, andando a riempire tutti gli interstizi.

A prescindere dalla modalità prescelta ai fini dell’ottenimento della brillantezza, il tocco si presenta liscio e scivoloso.

TEXTURE PELLE SMERIGLIATA O SCAMOSCIATA

Sentiamo spesso il termine “pelle di daino” ma, questa, in realtà non esiste. Il daino è un termine generico impiegato per indicare la struttura della pelle scamosciata. Non si riesce a specificare se ci troviamo in presenza di nubuck o velluto. A tal proposito, tale termine non si utilizza mai all’interno di una conceria in quanto non è sufficientemente preciso per dei professionisti.

Le cosiddette pelli “scamosciate” sono pelli che sono state levigate. Se ne distinguono due tipologie: il velluto e il nubuck.

Il velluto si ottiene macinando la pelle dal lato della carne; per il nubuck, la pelle viene levigata dal lato fiore.

Pertanto, non avremo le stesse fibre di lunghezza rappresentate sulla pelle. Il nubuck avrà una consistenza più fine perché viene levigato molto poco sul lato del derma, e il risultato è una fibra molto fine. Al contrario, il velluto avrà una fibra più lunga.

La levigatura è un processo che richiede molta precisione, perché si tratta di andare ad aggredire molto leggermente il fiore per dargli un tocco scamosciato che sarà, successivamente, valorizzato dall’effetto ombreggiamento. Se la levigatura è più intensa, la grana sparirà: in questo caso, la natura delle fibre visibili genera una pelle di vitello con fibre lunghe che non creerà mai un effetto ombreggiato.

L’ ombreggiamento è il risultato della trasformazione visiva della pelle dopo la levigatura. Diventa evidente, quando si passa la mano sulla pelle scamosciata e, questa, cambia colore. Al tatto, il nubuck si presenta con un effetto pesca mentre il velluto può avere differenti consistenze, spesso ben più rugose.

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